Svizzera: un mercato vantaggioso ma esigente per le imprese italiane

4 Settembre 2023
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Prossimità geografica, accesso a un mercato prospero, infrastrutture efficienti e posizione strategica sono le caratteristiche che rendono la Svizzera una delle mete più attraenti le imprese italiane. Ma attenzione alle criticità!

Tra i vari elementi che vengono presi in considerazione quando si seleziona un mercato per espandere il proprio business all’estero figurano il livello medio del potere d’acquisto dei consumatori locali e la prossimità geografica. A possedere questi due importanti requisiti, e non solo, è la Svizzera, una delle economie più ricche e stabili a livello europeo.

Nonostante la Confederazione Elvetica, con la quale il nostro paese confina direttamente, infatti, sia una piccola nazione montana, senza accesso al mare e con pochissime risorse naturali, i suoi quasi 9 milioni di abitanti, con un reddito medio pro-capite che si aggira intorno ai 92 mila dollari annui, sono tra i più benestanti di tutto il pianeta.

Per quanto ricco, quindi, il suo mercato interno non è particolarmente significativo in termini numerici, ma quello potenzialmente raggiungibile usando la piazza economica svizzera come piattaforma di lancio verso alti paesi, conta oltre 500 milioni di consumatori.

 La Svizzera, infatti, è al centro delle vie di comunicazione tra l’Italia e il Nord dell’Europa, il che la rende un punto di transito strategico per il commercio e le esportazioni nei mercati limitrofi come la Germania, la Francia, l’Austria, ma anche verso i paesi dell’Europa orientale come la Polonia e la Repubblica Ceca.

Oltre alla posizione, la Svizzera gode anche di un'eccellente infrastruttura logistica, tra cui strade, ferrovie e porti, che semplificano il trasporto delle merci e riducono notevolmente i tempi di consegna.

Inoltre, sebbene non faccia parte dell’Ue (cosa che implica, a livello doganale, l’esistenza di procedure diverse e sicuramente meno snelle), la Svizzera vanta però una fitta rete di accordi commerciali di libero scambio (32) che agevolano il commercio e riducono le barriere tariffarie per le esportazioni. Oltre alla convenzione AELS (Associazione Europea di Libero Scambio) con l’Ue, che prevede la soppressione o riduzione di imposte e dazi in particolari circostanze, la Svizzera ha attivato anche accordi bilaterali molto vantaggiosi con Giappone, Cina, Sudamerica, Indonesia. Grazie a tali accordi, le imprese svizzere godono di notevoli risparmi sui dazi doganali e di un accesso privilegiato a numerosi mercati di esportazione. La Svizzera è stata per esempio il primo Paese europeo a siglare un accordo bilaterale di libero scambio con il Giappone (2009). Sempre a livello bilaterale, nel 2014 è entrato in vigore l’accordo di libero scambio tra Svizzera e Cina. Usufruendo quindi di questi benefici, sono moltissime le imprese europee che usano la Svizzera come base per la ri-esportazione in altri mercati.

Non va dimenticato, poi, che la Svizzera è uno dei principali centri finanziari del mondo, con un sistema bancario solido e affidabile. Questi servizi finanziari avanzati offrono diverse soluzioni per le operazioni di pagamento, assicurando una gestione efficiente delle transazioni commerciali internazionali.

Tutte queste caratteristiche hanno consentito alla Svizzera di guadagnarsi, giustamente, la fama di hub logistico internazionale di primissimo ordine. 

Rapporti commerciali con l’Italia

L’Italia è uno dei principali partner commerciali della Svizzera, collocandosi tradizionalmente al secondo posto come paese fornitore e al sesto posto tra i paesi di destinazione dell’export della Confederazione, con un saldo commerciale sempre positivo. In particolare la Svizzera rappresenta il quinto paese al mondo per destinazione del nostro export (con una quota del 4,6% del totale) e figura al nono posto tra i paesi di origine delle importazioni italiane. La crisi pandemica non ha affatto condizionato l'export italiano verso la Svizzera, anzi nel 2022 l'export ha fatto registrare una forte crescita (+14,2% rispetto al 2021) pari a 31,1 miliardi di euro L'Italia ha rafforzato quindi il suo ranking al secondo posto tra i paesi fornitori della Svizzera, accrescendo la quota di mercato all’ 8,12% (rispetto all’ 8,05% registrato nel 2021). Anche l’import dalla Svizzera è cresciuto considerevolmente, attestandosi a 18,5 miliardi di euro (+ 65% rispetto al 2021). Per tale ragione il saldo commerciale a favore del nostro paese è diminuito a 12,6 miliardi di euro.

Tra le categorie merceologiche dei prodotti made in Italy più apprezzate dalla popolazione locale figura innanzitutto il settore enogastronomico, con particolare riferimento alla cucina italiana e alle sue produzioni tipiche (soprattutto se regionali). Nei beni di consumo e sistema casa si registra un innegabile interesse per l’abbigliamento, le calzature, il design e le costruzioni italiane. Nei beni industriali e di investimento, hanno un andamento positivo il comparto della metallurgia ed elettromeccanico (subfornitura meccanica con le sue lavorazioni, macchine utensili ed elettronica, ecc.) sebbene siano in competizione con il gigante tedesco, sinonimo di “affidabilità” produttiva e di ottima assistenza post vendita. Da segnalare infine la crescita della domanda di prodotti farmaceutici e chimici complementari rispetto a quelli svizzeri.

Svizzera i nuovi settori di opportunità per il made in Italy -infografica

Criticità da considerare

Tuttavia, anche se la Svizzera è un paese ricco e vicino, stabile, efficiente e ben collegato, ed il nostro export è in costante aumento, non va commesso l’errore di considerarlo facilmente abbordabile.

In primis, devono essere presi in considerazione i tratti caratteristici del consumatore elvetico. Gli svizzeri hanno un forte senso della nazionalità che si riflette anche nei consumi: danno la priorità, senza alcun indugio, ai prodotti nazionali, meglio ancora se regionali, perché sono convinti della superiorità della loro qualità e valore e per questo sono disposti a spendere maggiormente. Ci si trova di fronte a un interlocutore dalle alte pretese e aspettative, forte di una produzione e R&S nazionale di elevato livello, soprattutto in alcuni settori. Un interlocutore che spesso difficilmente è disposto a lasciarsi stupire o incuriosire, perché ben consapevole dei propri interessi e perché pressato anche dai diretti competitors dell’Italia. Tale atteggiamento è riscontrabile in ogni settore e servizio, dai macchinari, alla subfornitura, dall’orologeria alla gioielleria, dal vino al food. Nel food in particolare, le scelte dei consumatori si orientano su prodotti contrassegnati “Suisse Garantie” o “Biosuisse”. Questi marchi, infatti, di cui viene effettuata una forte promozione, sono sinonimo di produzione: al 100% svizzera, rispettosa degli animali e dell’ambiente, non geneticamente modificata, priva di pesticidi o fertilizzanti chimici, soggetta a rigidi controlli.

I consumatori elvetici sono oculati nelle loro scelte di acquisto e necessitano di tempo prima di acquisire fiducia, ma quando poi si fidelizzano non badano a spese.

 

Opportunità di mercato

 I prodotti italiani tipici del Made in Italy sono presenti e apprezzati in Svizzera. In particolare, i marchi più noti e rinomati sia del food che della moda sono ben posizionati nei diversi canali distributivi, ovvero nella GDO, Grandi Magazzini e dettaglio.

Si rileva invece un “gap” di presenza di prodotti di nicchia, la cui produzione in Italia proviene quasi sempre da piccole e medie imprese a carattere spesso artigianale, la cui penetrazione nel mercato svizzero va adeguatamente sostenuta con investimenti in iniziative promozionali a elevato impatto, sia per fronteggiare la concorrenza di altri fornitori esteri che quella ingombrante della GDO che occupa il 60% del mercato elvetico con la commercializzazione non solo di prodotti stranieri e nazionali, ma anche di marchi/prodotti di diretta produzione.

Si rileva inoltre che in Svizzera si continua a comprare “italiano” da un lato per la notorietà dei prodotti tra le varie generazioni di emigrati, dall'altro di riflesso per l'appeal che ancora riveste il marchio “made in Italy”, molto spesso oggetto di mistificazione soprattutto nel campo della ristorazione. Si badi bene, però, che nell’immaginario collettivo dei cittadini svizzeri esiste una profonda discrasia tra i prodotti e la popolazione italiana: mentre i primi vengono, in taluni casi, addirittura mitizzati, si riscontra, d’altro canto, una diffusa percezione di un’Italia illegale e poco affidabile.

Tra i settori maggiormente promettenti e con margini di crescita in prospettiva futura risultano pertanto essere

  • Agroalimentare:
  • Prodotti Ittici
  • Ortofrutta
  • Prodotti biologici e vegani
  • Specialità artigianali
     
  • Meccanica: subfornitura/fonderia
     
  • Intersettoriale: attrezzature varie per HO.RE.CA
     
  • Alta tecnologia:
  • Life Science e Biotecnologie mediche
  • Dispositivi medicali
  • Chimica/farmaceutica
  • Information Technology.

Esportare in Svizzera può essere dunque una scelta strategica vantaggiosa, ma attenzione alle insidie! Per affrontare questo mercato bisogna essere preparati, avere un prodotto o servizio che sia veramente di qualità e si distingua si rispetto agli altri, ed essere capaci di comunicarne il valore a consumatori che sanno essere tanto esigenti quanto fedeli.

Svizzera-Infografica

A cura di Export.gov.it