Infrastrutture per una mobilità sostenibile: scopri le opportunità della Missione 3 del PNRR

12 Luglio 2023
Infrastrutture per una mobilità sostenibile scopri le opportunità della Missione 3 del PNRR -cover

Un sistema infrastrutturale moderno, digitale e sostenibile rappresenta un asset strategico per lo sviluppo economico di un Paese. L’Italia, da questo punto di vista, sconta un importante ritardo rispetto alle altee economie avanzate, ma, grazie alle risorse del PNNR, potrà colmare questo divario. Scopri di più!

L’attuale sistema delle infrastrutture del trasporto in Italia sconta carenze e ritardi che hanno effetti significativi sul potenziale di crescita e sulla competitività del Paese. Nella classifica mondiale per la qualità delle infrastrutture del Global Competitiveness Report 2019 del World Economic Forum, l’Italia si posiziona dietro tutte le più avanzate economie europee (18° posto su 141 Paesi), evidenziando pertanto dei significativi margini di miglioramento. Tale debolezza è acuita dal permanere di forti divari territoriali, che travalicano l’usuale differenza fra Nord e Sud, ma anche tra aree urbane e aree interne e rurali, che rappresentano un forte ostacolo alla convergenza economica e sociale e determinano livelli di qualità dei servizi di trasporto molto difformi sul territorio, limitando di fatto le possibilità di movimento delle persone, lasciando intere comunità isolate, e rappresentando un forte ostacolo allo sviluppo economico.

La mancanza di un efficiente sistema infrastrutturale ha effetti anche sul trasporto delle merci: in assenza di collegamenti ferroviari efficienti, il trasporto su strada rimane l’opzione principale: le merci viaggiano per circa il 54,5% su strada (circa 100 miliardi di tonnellate-km) e per circa l’11% su rotaia (rispetto al 18,7% circa in Europa), con conseguenti congestioni e problemi di sicurezza lungo le arterie autostradali, oltre che di maggiore inquinamento atmosferico.

Per aumentare i volumi delle merci su rotaia, è necessario aumentare la capacità della rete e dei nodi ma occorre migliorare anche i collegamenti tra la rete ferroviaria e i porti e gli aeroporti e potenziare le infrastrutture e i servizi digitali nei porti e negli aeroporti, e più in generale la competitività del sistema della logistica. Su questo pesano anche i colli di bottiglia che impediscono un rapido collegamento delle linee ferroviarie nazionali con le infrastrutture portuali: binari inadeguati, distanza eccessiva dei binari dalle banchine e costi elevati delle operazioni di movimentazione nei porti comportano la necessità di sviluppare l'intermodalità portuale e i collegamenti dell'ultimo miglio, soprattutto ferroviari.

Parte da queste (purtroppo) sconfortanti premesse il cammino della Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile – del PNRR, che mira a rendere, entro il 2026, il sistema infrastrutturale più moderno, digitale e sostenibile, in grado di rispondere alla sfida della decarbonizzazione indicata dall’Unione Europea con le strategie connesse allo European Green Deal (in particolare la “Strategia per la Mobilità Intelligente e Sostenibile”, pubblicata il 9 Dicembre 2020) e di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite.

La Missione 3, con una quota d’investimento pari al 13,26% dell’intero Piano e risorse per 25,4 miliardi di euro, a cui si aggiungono quelle derivanti dal Fondo Complementare Nazionale (6,06 miliardi di euro) per un totale di 31,46 miliardi di euro, intende realizzare le opere necessarie a intervenire su quei fattori di debolezza che finora hanno penalizzato lo sviluppo economico del Paese, contribuendo al raggiungimento dei target europei di riduzione delle emissioni e di progressiva decarbonizzazione della mobilità.

Tali investimenti, inoltre, avranno una particolare attenzione ai territori meno collegati e saranno quindi volti a colmare il divario fra Nord e Sud e tra le aree urbane e aree interne e rurali del Paese. In questo modo, essi favoriranno la coesione sociale e la convergenza economica, uniformando la qualità dei servizi di trasporto su tutto il territorio nazionale.

La missione si articola in due componenti.

  1. Gli interventi contenuti nella prima componente Investimenti sulla rete ferroviaria – sono destinati allo sviluppo del sistema ferroviario italiano: questa componente è dedicata al completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità ed alta capacità, all’integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e alla messa in sicurezza dell’intera rete ferroviaria. L’obiettivo principale è potenziare il trasporto su ferro di passeggeri e merci, aumentando la capacità e la connettività della ferrovia e migliorando la qualità del servizio lungo i principali collegamenti nazionali e regionali, anche attraverso il rafforzamento dei collegamenti transfrontalieri.
  2. La seconda componente – Intermodalità e logistica integrata – prevede interventi a supporto dell’ammodernamento e della digitalizzazione del sistema della logistica.

In stretta connessione con l’impianto strategico di questa Missione, a valere su risorse nazionali verranno inoltre realizzati investimenti per la Sicurezza stradale 4.0, al fine di migliorare la sicurezza e la resilienza climatica/sismica di ponti e viadotti, utilizzando le soluzioni fornite dall’innovazione tecnologica e in un’ottica di adattamento ai cambiamenti climatici; saranno finanziati interventi per lo sviluppo del sistema portuale per il miglioramento della competitività, capacità e produttività dei porti italiani, con una particolare attenzione alla riduzione delle emissioni inquinanti; si realizzeranno infine ulteriori interventi di rafforzamento del Servizio ferroviario regionale.

Opportunità per le imprese

Per questa Missione sono previsti in totale 11 investimenti, molti dei quali sono tesi ad agevolare direttamente le operazioni delle imprese esportatrici.

Ad esempio, l’investimento Aumento selettivo della capacità portuale ha lo scopo di aumentare la capacità portuale attraverso opere di dragaggio, la realizzazione di nuovi moli e nuove piattaforme logistiche. Date le dimensioni crescenti sia delle navi passeggeri sia di quelle per il trasporto merci, infatti, è necessario adeguare la capacità di alcuni porti, sia in entrata dal lato mare sia dal lato terra dei terminal, implementando le infrastrutture per la gestione delle merci. Un progetto faro in questo ambito è quello relativo al porto di Trieste, dove si intende potenziare la piattaforma logistica con lo sviluppo dei collegamenti back-port, con l'ampliamento delle infrastrutture comuni per lo sviluppo della Nuova Zona Franca del porto, anche a seguito degli accordi strategici con i maggiori operatori europei che rafforzano la proiezione di Trieste a livello internazionale.

La misura Digitalizzazione della catena logistica si pone l’obbiettivo di aumentare la competitività logistica nazionale realizzando un sistema digitale interoperabile tra attori pubblici e privati per il trasporto merci e la logistica. L'investimento semplificherà procedure, processi e controlli attraverso la dematerializzazione dei documenti e lo scambio di dati e informazioni. A tale scopo verrà realizzato uno Sportello Unico dei Controlli e a fine investimento, almeno il 70% dei Sistemi di Comunità Portuale delle singole Autorità di Sistema Portuale dovrà essere interoperabile e compatibile con la piattaforma strategica nazionale digitale.

Tuttavia, di altri investimenti, come ad esempio quelli per il potenziamento delle linee ferroviarie ad alta velocità, per il rinnovo del materiale rotabile, l’elettrificazione delle banchine, o la messa in sicurezza di infrastrutture stradali esistenti, potranno beneficiare tutte le imprese del territorio attive nel settore delle costruzioni (che secondo una stima effettuata da Prometeia accederanno per mezzo di tale Missione al 15,3% di tutte le risorse del PNRR), dell’elettronica (14,8%), della meccanica (24,8%), dei prodotti in metallo (29,3%), e dell’energia (0,3%).

Esaminando gli impatti indiretti generati sulle altre filiere, questi investimenti sono attesi stimolare nuova domanda anche per l’industria manifatturiera. Queste opportunità riguarderanno soprattutto i fornitori di materie prime, semilavorati e servizi professionali associati allo sviluppo e progettazione di infrastrutture. Nello specifico, un importante ruolo viene svolto dalla metallurgia, che è attesa ricevere 450 milioni di euro, seguita dalla fabbricazione dei macchinari, con risorse di circa 352 milioni, e dalla produzione di plastica e gomma, che riceverà circa 111 milioni. Sempre all’interno dell’industria manifatturiera, la filiera attiverà circa 76 milioni per il settore di fabbricazione di prodotti chimici, tipicamente impiegati per la trattazione dei metalli.

In tale contesto, il nostro PNRR rappresenta un’occasione unica di sviluppo da non lasciarsi sfuggire.

Scopri le opportunità riservate alla tua impresa sul sito Italia Domani.

Infrastrutture per una mobilità sostenibile scopri le opportunità della Missione 3 del PNRR-infografica

A cura di Export.gov.it