Focus Paese: It’s time for Mexico!

27 Settembre 2023
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La vicinanza geografica con gli Stati Uniti, la solidità finanziaria, la stabilità della valuta, la presenza di incentivi fiscali, l’apertura al commercio internazionale, il costo del lavoro relativamente basso e una manodopera giovane sono solo alcuni dei punti di forza del Messico. Scopriamo insieme perché investire nel Paese sudamericano!

È il momento del Messico, non c’è che dire: mentre il resto dei paesi sudamericani (ad eccezione del Brasile) ha visto rallentare la crescita a causa del triplice shock della pandemia, dell'invasione russa dell'Ucraina e dell'aumento dei tassi di interesse statunitensi, il Messico è reduce da un anno e mezzo di forte progressione: nel rapporto di luglio 2023, il FMI stima che l'economia messicana, dopo l’incremento del 3% messo a segno nel 2022, dovrebbe chiudere il 2023 con un ritmo di crescita minore, ma pur sempre sostenuto (2,6%).

Nonostante le grandi sfide che continua ad affrontare, tra cui la lotta al narcotraffico, alla corruzione e alle elevate disuguaglianze sociali e territoriali, il Messico è infatti un Paese dai solidi fondamentali macroeconomici e dalle istituzioni stabili.

Secondo Paese dell’America Latina per dimensioni demografiche (130 milioni di abitanti) ed economiche, è l’unica geografia dell’area ad essere realmente inserita all’interno delle catene del valore regionali e globali ed è l’unica grande economia aperta dell’area, sia grazie alla sua posizione geografica strategica, che agli accordi di libero scambio in vigore con Paesi che constano per oltre il 60% del Pil mondiale.

La posizione geografica, in effetti, è uno dei principali asset del Paese: oltre alla condivisione di quasi 3.200 km di frontiera terrestre con gli Stati Uniti, il Messico si affaccia su Oceano Pacifico e Atlantico. Se la geografia colloca il Messico nel Nord America e lo proietta verso il Centro America e a e i Caraibi, la storia ne fa un Paese latino-americano dal punto di vista culturale, sociale e religioso, rendendolo dunque un trampolino di lancio per andare ben oltre il pur essenziale legame con la prima potenza globale.

Ma il Messico è anche uno dei Paesi con più trattati di libero scambio in vigore al mondo. L’architrave di questo intreccio di intese è il nuovo Trattato tra Stati Uniti, Messico e Canada (USMCA), entrato in vigore dopo la ratifica del Parlamento canadese il 13 marzo 2020 in sostituzione del NAFTA, e che permetterà al Messico di conservare un accesso preferenziale al mercato più grande del mondo. L’integrazione economica e commerciale con Stati Uniti e Canada consente al Messico di sfruttare al meglio anche un altro dei suoi punti di forza, ovvero la ricchezza di una manodopera giovane (l’età media dei messicani è di 26 anni) e disponibile ad un costo competitivo. Un altro accordo internazionale di grande rilevanza, che coinvolge direttamente gli interessi italiani, è il nuovo accordo di associazione UE-Messico raggiunto nel 2018. Una volta ratificato, andrà sostituire l'attuale accordo di partenariato in vigore dal 2000. In termini generali oltre alle già previste misure e norme che concedono agli operatori economici dei paesi firmatari un trattamento preferenziale idoneo a competere e collaborare nei mercati in maniera più aperta e favorevole, permettendo l’ingresso della quasi totalità dei prodotti europei in Messico senza dazi, sono state varate una nuova serie di misure che prevedono la protezione di 340 diversi prodotti alimentari dal rischio di imitazione nel paese latino americano, la possibilità di vendere con più facilità servizi finanziari e di altro tipo da parte di aziende europee nel mercato di riferimento e la possibilità di partecipare in maniera più semplice alle gare d’appalto.

Dall’offshoring al nearshoring

Il recente boom dell’economia messicana, tuttavia, può essere in parte spiegato anche dalla spinta impressa dagli investimenti diretti esteri balzati a oltre 35,3 miliardi di dollari nel 2022, segnando un +12% sull’anno precedente. Una tendenza destinata a crescere ulteriormente, se consideriamo che solo nel primo semestre del 2023 hanno raggiunto un totale di 43 miliardi di dollari, con una ventina di aziende che hanno annunciato grandi investimenti nel paese, a partire da Tesla e Walmart. È il fenomeno del nearshoring, che consiste nel ri-orientamento delle catene di fornitura globali in paesi che sono vicini sia fisicamente che politicamente. Il confronto tra Stati Uniti e Cina per la leadership mondiale, i problemi alle lunghe catene del valore acutizzati dalla pandemia e, da ultimo, il conflitto tra Russia e Ucraina, infatti, hanno spostato l’attenzione dall’efficienza e i costi alla resilienza e l’affidabilità. In questa situazione, il Messico si è trovato “al posto giusto nel momento giusto”, distinguendosi come potenziale beneficiario a lungo termine di questo trend, non solo grazie alla sua posizione geografica privilegiata, ma anche per il convenientissimo costo del lavoro (i minimi in media si aggirano intorno ai 4,90 dollari l’ora, contro i 7,25 degli Stati Uniti). In qualche caso, a seconda dell’area e del settore, il costo del lavoro in Messico può essere più conveniente perfino di quello cinese. Ed è proprio dalla Cina che molte imprese si stanno spostando verso il Messico: secondo un sondaggio condotto da AmCham Shanghai 2021 China Business Record, il paese sudamericano è la destinazione del 34,9% delle aziende che reindirizzano i loro investimenti dalla Cina. I principali giornali economici del continente americano parlano addirittura di “lista de espera”, cioè di lista d’attesa per le aziende che fuggono dalla Cina e intendono ricollocarsi in Messico. Secondo la Bank of America (BofA), il nearshoring potrebbe incrementare le esportazioni messicane del 30% nei prossimi 10 anni. 

Per attrarre ancora più investimenti, inoltre, alcuni Stati messicani, considerati il motore economico del Paese, promuovono una robusta politica di incentivi finanziari e fiscali che attraggono gli operatori stranieri e che hanno consentito la creazione di parchi industriali e centri tecnologici specializzati e dotati di importanti infrastrutture a beneficio di tutte le imprese di un determinato distretto. Inoltre, sono presenti incentivi da parte delle singole istituzioni locali per le aziende che intendono investire in un determinato Stato e realizzare progetti di valorizzazione territoriale.

In questo contesto il Messico sta emergendo come principale partner commerciale degli Stati Uniti con 263 miliardi di dollari di merci scambiate tra i due paesi nei primi quattro mesi del 2023, stando alle cifre a diffuse dalla Federal Reserve di Dallas. Il Messico ora rappresenta il 15,4% di tutte le merci esportate e importate dagli Stati Uniti, sopravanzando Canada (15,2%) e Cina (12%), con quest’ultima che era stata partner principe degli States per gran parte dello scorso decennio.

Ma non si tratta di un fenomeno che coinvolge solo gli Stati Uniti: tra i progetti di investimento in Messico, ad esempio, c’è anche quello da 207 milioni dell’italiana Brembo, che punta al raddoppio della capacità produttiva dello stabilimento di Escobedo, nello Stato di Nuevo Leon, che impiega oltre 1.000 dipendenti e produce pinze in allumini e dischi in ghisa.

Messico-Infografica

Rapporti commerciali Italia-Messico

Oltre a Brembo, sono 1600 le aziende con capitale italiano registrate dal locale Ministero dell’Economia in Messico. Delle principali (350), circa un centinaio hanno impianti produttivi, ma negli ultimi anni molti grandi gruppi industriali nazionali e imprese di medie dimensioni hanno incrementato l’interesse verso il Messico e hanno realizzato importanti progetti (tra le altre, Enel Green Power, Enel X, Ferrero, Pirelli, Stellantis, Saipem, Micoperi, Bonatti, Elica, OMPI Stevanato, Maccaferri, Eurotranciatura, Sicinsaldo, Techint, Bomi Group, Bormioli, Chiesi, Diasorin, Kedrion). ENI è stata la prima compagnia straniera ad avviare nel 2019 l’estrazione e la commercializzazione di petrolio nel Golfo del Messico. Per quanto riguarda il flusso di IDE italiani in Messico nel 2022, la Segreteria di Economia messicana ha registrato entrate per 189 milioni di dollari, e un totale accumulato dal 1999 pari a 9,4 mld di dollari.

Anche le esportazioni italiane di beni verso il Messico sono decisamente cresciute nell’ultimo decennio: grazie al record storico di 5,5 miliardi di beni esportati nel 2022, il Messico è tornato a ad essere la prima destinazione dell’export italiano in America Latina, con una variazione positiva del 44,2% rispetto all’anno precedente. Nel 2023 e 2024 le previsioni SACE evidenziano un’ulteriore crescita (+4,5% e +4%, rispettivamente) che permetterà all’Italia di consolidare il 2° posto tra i fornitori europei dietro la Germania. A livello settoriale il Messico importa dall’Italia principalmente macchinari, prodotti metallurgici, chimici e plastici e apparati elettrici che assieme rappresentano l’80% del totale, mentre il restante 20% è rappresentato da abbigliamento, gioielleria, arredamento e prodotti agroalimentari, la cui domanda è sostenuta dalla crescita economica e dall’ascesa della classe media messicana. Ad aumentare, in futuro, saranno soprattutto le esportazioni di beni intermedi: chimica (+5,2% in media annua nel biennio 2023-2024), gomma e plastica (+4,1%) e metalli (+4,3%), in linea con il previsto rafforzamento del settore manifatturiero locale. Bene anche la meccanica strumentale (+3,7%).

Su quali settori puntare?

  • Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili)

A seguito della riforma energetica che ha aperto i settori degli idrocarburi e dell'energia elettrica all'iniziativa privata, sono sorte interessanti opportunità per le imprese italiane con un know how specifico per lo sfruttamento di giacimenti petroliferi, soprattutto in mare aperto e per lo sviluppo delle energie rinnovabili.

  • Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento

 Il Messico registra una crescente domanda di servizi/tecnologie che possano affrontare le emergenze ambientali, in particolare nelle maggiori aree urbanizzate del Paese e, in misura crescente, in numerosi tratti della fascia costiera. Le imprese italiane possono trovare in Messico un enorme potenziale di produzione energetica da fonti rinnovabili (solare, eolica, biomasse) ed una crescente domanda di tecnologie ambientali legate al trattamento delle acque, rifiuti solidi urbani, trasporto pubblico.

  • Prodotti delle altre industrie manifatturiere

Obiettivo del Governo messicano è la crescita del valore aggiunto dell'industria manifatturiera. Spesso, la componente nazionale dei prodotti (ri)esportati non supera complessivamente il 30-40%. Per questo, si parla di attività "cosmetiche" ("industrias maquiladoras"): una definizione che il Messico vuole tuttavia abbandonare. Si intende quindi perseguire non più la semplice subfornitura, ma un'integrazione sempre più evidente delle filiere produttive ad alto valore aggiunto, con una maggiore capacità di innovazione/progettazione. In questo contesto le tecnologie italiane sono particolarmente apprezzate e rappresentano la parte maggioritaria delle esportazioni del nostro paese in Messico.

  • Costruzioni

Il Messico offre opportunità nel settore delle costruzioni, intese sia come edilizia abitativa sia come grandi opere e infrastrutture. Nel passato decennio, la robusta crescita demografica, la positiva perfomance economica del paese, l’aumento del reddito disponibile delle famiglie, i programmi di investimenti infrastrutturali promossi dall'attuale Governo, i flussi di investimenti diretti esteri finalizzati ad impianti greenfield ed al settore minerario, la necessità di diversificare le fonti energetiche hanno creato le condizioni per un vigoroso aumento di attività di costruzione di edifici, delle opere di ingegneria civile e delle infrastrutture per i trasporti (strade, autostrade, ferrovie, porti, aeroporti, ecc.). Le imprese italiane, con know-how specifici non disponibili in Messico, possono trovare interessanti opportunità d'affari e di collaborazione con i gruppi messicani.

  • Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi

Il Messico è sempre più una piattaforma strategica per la produzione di autoveicoli e autoparti, grazie alla produttività della manodopera, alla vicinanza al mercato nordamericano e ai trattati di libero commercio con più di 40 Paesi del mondo, che hanno permesso la presenza delle più grandi imprese mondiali del settore. Negli ultimi anni si sono stabilite in Messico oltre 600 imprese per la fornitura di componentistica e ricambi, sia per il mercato locale che per l’esportazione.

Il Messico, in definitiva, è una terra di grandi opportunità che presenta ampi margini per le nostre aziende ancora da esplorare e sfruttare pienamente.

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