Come esportare beni Dual Use?

2 Ottobre 2023
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Le recenti tensioni internazionali hanno inasprito i controlli e reso più severe le normative relative all’esportazione di beni dual use, ovvero di quei beni ad uso civile ma potenzialmente utilizzabili anche a scopo militare. Ecco come verificare la conformità dei propri prodotti ed esportarli in sicurezza.

L'export di alcune categorie merceologiche può in alcuni casi essere soggetto a particolari normative di controllo atte a garantire la sicurezza dei flussi internazionali. Ne sono un esempio gli scambi commerciali dei cosiddetti beni a duplice uso (o dual use).

Cosa sono i beni dual use?

I beni dual use sono prodotti, consistenti tanto in beni materiali che immateriali, quali software, progetti e tecnologie, che, sebbene nascano e siano venduti per un utilizzo civile, nell'industria, la medicina o la ricerca scientifica, possono essere utilizzati anche per scopi militari o per la produzione di armi di distruzione di massa. Tali prodotti si differenziano dai materiali d’armamento in quanto non sono appositamente progettati per uso militare, ma potrebbero essere utilizzati anche a questo scopo.

Si tratta di beni e tecnologie comuni come valvole, pompe, calcolatori, materiali elettronici, sensori e laser, materiale avionico, navale, aerospaziale, macchinari, veicoli, sostanze chimiche, metalli, impianti elettrici ecc., ma con alto contenuto tecnologico.

A causa di questo potenziale doppio utilizzo, l'esportazione di beni dual use è disciplinata da una varietà di normative e procedure che rispondono ad esigenze di sicurezza nazionale ed internazionale. In certi casi, l'esportazione è vietata, in altri è soggetta ad autorizzazione preventiva.

Qual è il quadro normativo di riferimento?

Nell’UE, dove la politica commerciale è materia comune, il regime è il medesimo per tutti i Paesi, anche se ogni Stato membro ha una propria Autorità nazionale che sovrintende al controllo. In Italia, l'Autorità nazionale competente è l’UAMA (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento) che fa capo al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

La normativa di riferimento è il Regolamento delegato (UE) 2023/66 della Commissione europea, entrato in vigore il 12 gennaio 2023, che modifica il regolamento (UE) 2021/821 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l'elenco dei prodotti a duplice uso. Il Regolamento dual use comprende l'Allegato I che contiene, appunto, la lista dei beni a duplice uso e che viene aggiornato annualmente per riflettere le nuove tecnologie e le minacce emergenti.  È quindi questo il testo normativo da prendere in considerazione per le verifiche oggettive, cioè per determinare se il proprio bene o tecnologia sia a duplice uso e, nel caso, se sia soggetto ad autorizzazione all'esportazione.

Le operazioni sottoposte a regime di controllo dal Regolamento Dual-Use comprendono non solo l’esportazione, ma anche i servizi di intermediazione, l’assistenza tecnica, il transito ed il trasferimento dei beni dual use.

Sanzioni ed embarghi

Nel quadro della Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC), inoltre, l'UE applica misure restrittive al fine di perseguire gli obiettivi stabiliti nel Trattato sull'Unione Europea. Negli ultimi anni l'UE ha fatto spesso ricorso all'imposizione di sanzioni o misure restrittive sia in modo autonomo, sia in attuazione di risoluzioni vincolanti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Le misure restrittive imposte dall'UE possono essere dirette contro Governi di Paesi terzi, nonché contro entità non statali e persone fisiche o giuridiche (come gruppi terroristici e singoli terroristi). Esse possono comprendere embarghi sulle armi, altre restrizioni commerciali specifiche o generali (divieti di importazione e di esportazione),ecc.

Per l’Italia, l’autorità competente per monitorare il funzionamento del sistema di prevenzione e contrasto del finanziamento del terrorismo e del riciclaggio, delle attività di Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale, del finanziamento della proliferazione delle armi di distruzioni di massa, e per attuare le misure di congelamento disposte dalle Nazioni Unite, dall'Unione europea e a livello nazionale è il Comitato di Sicurezza Finanziaria, che afferisce al Ministero dell’economia e delle finanze.

Attualmente sono in vigore restrizioni commerciali nei confronti di diversi Paesi, in particolare: Afghanistan, Bielorussia, Bosnia Erzegovina, Burundi, Repubblica Centraficana, Cina, Congo, Corea del nord, Guinea, Guinea-Bissau, Haiti, Iran, Iraq, Libano, Libia, Mali, Moldavia, Montenegro, Myanmar, Nicaragua, Russia, Serbia, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Siria, Tunisia, Turchia, Ucraina, Stati Uniti, Venezuela, Yemen e Zimbabwe.

L’elenco delle sanzioni in vigore disposte dall’UE può essere consultato sul sito della Commissione europea. Inoltre, la “EU sanctions map” offre una mappa visiva delle misure sanzionatorie adottate dal Consiglio.

Regime sanzionatorio

L'aumento dei controlli, conseguenza anche delle recenti tensioni internazionali, ha reso sempre più importante la conoscenza di questa normativa. Esportare beni potenzialmente dual use senza opportune e corrette autorizzazioni, infatti, può comportare – come stabilito dall’art. 18 del D.Lgs. n. 221/2017 - non solo l’applicazione di pesanti sanzioni pecuniarie, con multe cha vanno da 25.000 a 250.000 euro, ma anche l’incorrere in reati di carattere penale punibili con la reclusione da 2 a 6 anni, oltre che una serie di misure interdittive per l’impresa esportatrice, come la confisca dei beni destinati a commettere il reato. 

Come verificare se un bene è da considerarsi dual use

Per tali motivi le aziende esportatrici di beni con possibile carattere duale devono svolgere un’attenta analisi dei propri prodotti e dei prodotti clienti.

Per capire se un prodotto è duale occorre prima di tutto verificare i requisiti e le caratteristiche tecnico-costruttive o di progettazione.

È possibile effettuare una verifica preliminare sul sito dell'Agenzia delle Dogane attraverso il sistema informativo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (AIDA – Automazione Integrata Dogane Accise). Selezionando il TAB "Misure"  → "Taric"  → "Esportazione" si apre una maschera di ricerca dove bisogna inserire il codice di classificazione doganale dei beni (codice TARIC) e il Paese di destino.

La maschera associata al risultato della ricerca riporta il campo Restrizioni nel quale - nel caso in cui la voce doganale del prodotto possa ricomprendere beni a duplice uso - viene indicato l'avviso: “Autorizzazione all’esportazione dual use”. In tal caso, vengono indicati il/i codice/i dual use associato/i. Infatti, è importante sapere che nella normativa "dual use" i beni non sono individuati in base al codice di nomenclatura doganale (TARIC) ma in base alla classificazione ECCN - Export Control Classification Number che assegna i codici dual use. Per trovare i codici dual use corrispondenti bisogna aprire le note "DU" sull’eventuale sezione "Autorizzazione all’esportazione dual use" e verificare sul Regolamento quali sono le caratteristiche tecniche tali per cui il bene riportante un determinato codice deve essere considerato duale. La verifica non va fatta solo per il prodotto finito, ma bisogna anche considerare la tecnologia e i componenti, compresi i ricambi ed eventuali software, che andranno opportunamente riclassificati. Il fatto che compaia la dicitura "Autorizzazione all’esportazione dual use", quindi, non significa che il prodotto sia necessariamente duale: per capire se effettivamente lo è, bisogna verificare anche se questo ha le stesse caratteristiche tecniche o di progettazione individuate dalla normativa.

A questo punto:

  • se il prodotto non risulta duale,

sarà necessario valutare anche la destinazione d'uso (end-user) del bene e verificare che i soggetti coinvolti nella transazione (utente finale, destinatario, intermediari) non figurino nelle liste delle persone "interdette".

Ci sono liste di persone o entità "interdette" europee e liste USA: le imprese italiane sono tenute ad osservare la lista europea, ma se hanno beni negli USA (una branch, per esempio) devono verificare anche la lista americana per evitare le misure punitive statunitensi.

Se i clienti non figurano in nessuna di queste liste sarà possibile dichiarare il prodotto “di libera esportazione”.

  • se il prodotto risulta duale, allora è necessaria un'autorizzazione preventiva all'esportazione.

Come richiedere l’autorizzazione preventiva all’esportazione

Le autorizzazioni possono essere di 5 tipologie:

  • autorizzazione specifica individuale: relativa alle esportazioni effettuate da un singolo esportatore per uno o più beni ma verso uno specifico utilizzatore finale;
  • autorizzazione globale individuale: è rilasciata ad un singolo operatore che ha già ottenuto analoghe autorizzazioni, per effettuare esportazioni di uno o più prodotti verso uno o più utilizzatori finali o paesi specifici (per agevolare l’esportazione di beni a duplice uso da parte di soggetti che devono effettuare esportazioni frequenti di materiale a duplice uso);
  • autorizzazione generale della UE: riguarda determinate destinazioni in presenza di determinate condizioni;
  • autorizzazione generale nazionale: valida a per l’esportazione di beni verso alcuni paesi specifici;
  • autorizzazione per grandi progetti: un’autorizzazione di esportazione specifica o un’autorizzazione di esportazione globale concessa a un esportatore specifico, in relazione a un tipo o a una categoria di prodotti a duplice uso che può essere valida per le esportazioni verso uno o più utenti finali specifici in uno o più paesi terzi specifici ai fini di uno specifico progetto su larga scala.

In Italia le autorizzazioni devono essere richieste all'autorità competente che è l’UAMA attraverso la nuova procedura digitale E-licensing, che è divenuta obbligatoria a partire dal 1° luglio 2022 sostituendo in toto la modalità cartacea precedentemente utilizzata.

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