Balcani: grandi opportunità al di là dell’Adriatico

17 Aprile 2023
Cover Balcani

La congiuntura attuale impone all’Italia di guardare da una nuova prospettiva ai legami storici e alla proiezione naturale verso la regione adriatico-balcanica, dove si prospettano nuove ed interessanti opportunità per le imprese italiane e dove va costruito un futuro stabile e sostenibile a beneficio della sicurezza di tutta l’Europa.

La necessità di ridefinire le catene del valore globali, acuita dalle conseguenze della crisi pandemica e dal conflitto in Ucraina, pone in primo piano la dimensione di “vicinato” che lega l’Italia alla regione adriatico-balcanica (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Kosovo, Serbia, Macedonia del Nord, Montenegro e Slovenia), amplificando le opportunità di investimento in una regione che anche nell’attuale, complessa situazione internazionale, sta attraversando una fase di crescita e sviluppo. Il PIL dell’area, infatti, è cresciuto di quasi il 14% negli ultimi 5 anni, parallelamente all’export italiano verso la regione, passato dai 12,3 miliardi di euro del 2018 ai 18,2 miliardi del 2022 (+48%).

 

Interscambio Italia - Balcani- Infografica

 

La regione balcanica ha per l’Italia una rilevanza strategica non solo sotto il profilo economico, ma anche sotto quello geo-politico e securitario, che poi sono tutti aspetti estremamente collegati fra loro. L’aggressione della Russia all’Ucraina ha infatti aggravato le minacce alla sicurezza in tutta Europa, rendendone più insicuri i confini. In questo senso, il Governo italiano si è espresso in favore di un’accelerazione del processo di integrazione europea dei Paesi della regione (solo la Slovenia e la Croazia fanno parte dell’Ue, rispettivamente dal 2004 e dal 2013) per assicurarne una maggiore stabilità. La loro solidità è infatti fondamentale per la sicurezza nazionale ed europea, non solo perché attraverso i Balcani passano anche i flussi migratori dalla Turchia, ma anche perché stabilità significa possibilità di crescita economica e di presenza delle nostre imprese.  

È proprio da questo assunto che parte il rinnovato impegno italiano nella regione dei Balcani occidentali, identificata dall’undicesima Cabina di Regia per l’Internazionalizzazione come una delle aree strategiche più importanti per l’Italia. Sullo stesso presupposto si fonda anche la nuova strategia che il governo italiano dispiegherà nella regione e che è stata illustrata in dettaglio in occasione della conferenza nazionale “L’Italia e i Balcani Occidentali: crescita e integrazione”, svoltasi a Trieste lo scorso 24 gennaio.

A Trieste, città simbolo dell’interconnessione tra Italia e Balcani, è emerso un quadro ricco di opportunità per le nostre aziende, non solo in comparti tradizionali (quali agroalimentare, arredamento, design e tessile), ma anche e soprattutto nei settori a più alto contenuto tecnologico, come infrastrutture, digitalizzazione e start-up, energie rinnovabili, transizione verde, e agri-tech.

Progetti a carattere regionale e relative fonti di finanziamento

Sono numerosi i progetti di natura transnazionale che interessano tutti i Paesi dell’area ed in cui assumono un ruolo centrale il tema della connettività regionale, con i progetti di sviluppo infrastrutturale ad esso sono collegati – in particolare nel settore ferroviario – e quello della transizione energetica ed ecologica.

Infrastrutture

Una delle opere infrastrutturali più interessanti è la creazione del “Corridoio Pan-Europeo 10”, che attraverserà Austria, Slovenia, Croazia, Serbia, Macedonia del Nord e Grecia, terminando nei porti greci di Salonicco sul Mar Egeo e di Igoumenitsa sullo Ionio.

Ugualmente di interesse, in una prospettiva di interconnessione regionale sono i progetti collegati allo sviluppo del Corridoio 5C, infrastruttura autostradale che rappresenta l’estensione nei Balcani Occidentali del “Corridoio Mediterraneo”, parte del progetto di sviluppo di una rete trans-europea di infrastrutture di trasporto che parte da Budapest, attraversa il nord della Croazia, quindi l’intera Bosnia Erzegovina, per terminare nel porto croato di Ploče sull’Adriatico. Si tratta di un’infrastruttura destinata a migliorare fortemente la connettività stradale della regione, per un valore totale di investimenti di oltre 1.000 miliardi.

Di importanza strategica per l’Italia è anche il Corridoio paneuropeo 8, l’asse Mar Adriatico-Mar Nero che, nel suo tracciato principale, si sviluppa lungo la direttrice Durazzo-Tirana-Skopje-Sofia-Burgas e Varna con l'interconnessione marittima verso i porti italiani di Bari e Brindisi ed il Corridoio Adriatico.

Nell’ambito della Push Strategy di SACE, infine, è attualmente in discussione con il Ministero delle Finanze serbo un’operazione di circa 200 milioni di euro con lo scopo di finanziare il fabbisogno infrastrutturale della Serbia, con particolare focus sulla costruzione della metro di Belgrado, facilitando l’accesso delle imprese italiane.

Per la realizzazione di tali opere si potrà contare sulla disponibilità di molteplici fonti di finanziamento (nazionali, europee, multilaterali), tra cui la principale è il Western Balkans Investment Framework (WBIF), che raggruppa la Commissione Europea, donatori bilaterali e Istituzioni Finanziarie Internazionali (BEI, BERS, Banca Mondiale, Banca del Consiglio Europeo) con l'obiettivo di sostenere lo sviluppo economico nell'area dei Balcani Occidentali attraverso il finanziamento di progetti e di programmi di assistenza tecnica. Per l’Italia partecipano al WBIF il MEF e il MAECI, oltre a Cassa Depositi e Prestiti.

Il Piano del WBIF prevede per il periodo 2021-2027 uno stanziamento economico fino a circa 30 miliardi di euro in prestiti, donazioni e garanzie per progetti raggruppati in dieci iniziative faro, individuate in consultazione con i Governi locali. Le iniziative sono relative a collegamenti infrastrutturali (trasporti ed energia), transizione ecologica e digitale, integrazione economica intra-regionale e con l’UE, oltre alla competitività del settore privato.

Sul sito web WBIF è possibile individuare i progetti di interesse e conoscere le informazioni di dettaglio di ciascuno di essi. Ogni progetto è gestito, a seconda del settore di intervento, da un partner finanziario internazionale (Commissione Europea, EIB, EBRD, CEB, World Bank). Sul sito web di ciascuno di questi partner sono disponibili le informazioni sulle procedure di gara collegate al progetto di interesse, oltre a numerose opportunità collegate a fondi propri delle medesime istituzioni).

A livello di singoli Paesi, interviene poi una pluralità di fonti di finanziamento per la realizzazione degli interventi prioritari:

Balcani-Infrastrutture - infografica

 

Transizione energetica

La transizione energetica è un altro obiettivo comune ai Paesi della regione, che in linea generale presentano ancora un elevato grado di dipendenza dalle fonti fossili, in particolare dal carbone, per la produzione di energia elettrica. Si impone, dunque, anche per questi Paesi, la necessità di avviare una transizione verso modalità più sostenibili di produzione di elettricità, aumentando gli investimenti nelle energie rinnovabili.

Anche per questo settore, oltre alle risorse del WBIF, sono disponibili altre fonti di finanziamento:

Balcani-Transizione energetica - infografica

 

Sostenere il processo di transizione energetica della regione è cruciale per l’Italia, perché oltre al comune obiettivo della riduzione delle emissioni di CO2 e di altri agenti fortemente inquinanti, lo sviluppo delle energie rinnovabili costituisce un’opportunità per accrescere la presenza delle nostre imprese di settore nell’area.

Tra i progetti in cantiere in tale settore di attività, si segnala l'apertura da parte di SACE di un Credito Acquirente con profilo di rischio sovrano, da circa 400 milioni di dollari di impegno che riguarda la realizzazione della diga idroelettrica di Skavica presso il fiume Drin, in Albania.

Settore agroalimentare: promozione delle eccellenze italiane

Un altro settore da non sottovalutare è quello dell’agroindustria. Tuttavia, l’attuale composizione dell’export indica ampi margini di crescita per l’agroalimentare che, pur rappresentando globalmente un autentico punto di forza del Made in Italy, in alcuni Paesi presenta una performance al di sotto dell’effettivo potenziale. Ad esempio, a parità di consistenza del mercato croato e serbo, le esportazioni di prodotti agroalimentari in Serbia è quasi quattro volte inferiore rispetto a quanto realizzato in Croazia.

Per colmare questo gap sono state previste una serie di azioni volte a promuovere l’agroalimentare italiano.

In primo luogo, con la partecipazione alla fiera internazionale dell'agricoltura di Novi Sad, la principale del settore agricolo e zootecnico del sud-est Europa che si svolgerà a maggio del 2023 e di cui l'Italia sarà Paese partner.

A questo si aggiungono azioni rafforzate con la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) locale in Albania, Croazia, Montenegro Slovenia e Kosovo in sinergia con altre rassegne quali la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, per promuovere selezionate categorie merceologiche. Nel dettaglio, ICE Agenzia ha già attivato e realizzerà nel 2023 le seguenti azioni:

Balcani-Settore agroalimentare - infografica

 

È inoltre prevista l’organizzazione di roadshow di presentazione in Croazia e Serbia dei principali saloni italiani del settore, cui collegare un potenziamento delle azioni di incoming volte a sostenere la partecipazione di importatori da questi Paesi, abbinando la visita a stabilimenti produttivi in Italia.

 

Misure speciali di finanza agevolata per i paesi della regione adriatico-balcanica

Per sostenere l’apertura delle imprese italiane verso i mercati dei Balcani, SIMEST garantisce una nuova misura di finanza agevolata, con una quota riservata, quale prima tranche, di 200 milioni di euro, a valere sulle risorse del Fondo 394/81 per le imprese italiane con interessi diretti verso i Balcani Occidentali. Si tratta di finanziamenti a tassi agevolati con quote di fondo perduto del 10% ed esenzione dalla richiesta di garanzie alle imprese, per attività quali:

  • accesso ai mercati (apertura showroom, corner, etc.),
  • sviluppo dell’e-commerce,
  • studi di fattibilità,
  • consulenze, copertura costi per certificazione di prodotto, etc. assunzione Temporary Manager (export, digital, innovation, etc.);
  • partecipazione a fiere
  • sostegno alla patrimonializzazione delle imprese (nella misura massima dell’80%) per i finanziamenti richiesti per l’avvio di processi di digitalizzazione, automazione, innovazione tecnologica o transizione ecologica.

È prevista anche la creazione di un contact point dedicato per assistenza diretta su tutte le fasi di presentazione e gestione della domanda di finanziamento, oltre ad un servizio di consulenza dedicata da parte di SIMEST in coordinamento con ICE Balcani e camere di commercio e in prospettiva, nel quadro dello sviluppo di una propria rete estera, la creazione di un’antenna SIMEST nella regione, verosimilmente a Belgrado.

L’Italia e le sue imprese, in definitiva, forti della loro expertise, riconosciuta a livello globale, nonché di una presenza già consolidata di molti operatori nazionali nella regione, hanno tutte le carte in regola per rendersi protagoniste nel processo di sviluppo di un’area di interesse strategico quale è quella balcanica, rafforzandovi la propria presenza economica e consolidando al contempo pace e stabilità.


A Cura di Export.gov.it