Algeria: un partner sempre più strategico per l’energia (e non solo)

8 Giugno 2023
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Situata al crocevia tra Mediterraneo, mondo arabo-islamico e continente africano, l’Algeria sta diventando un partner sempre più rilevante per l’Italia e le sue imprese. Il potenziale già in essere è molto ampio, ma ci sono tutti i presupposti per accrescere ulteriormente le relazioni economiche e gli investimenti nel Paese nordafricano.

L’Algeria, il più grande esportatore di gas naturale dell’Africa, sta cercando di capitalizzare al meglio l’attuale era di rivalità tra grandi potenze e la crisi energetica in corso per consolidare il suo ruolo di attore fondamentale nel Mediterraneo. Le sanzioni alla Russia e la sua progressiva uscita di scena dal mercato europeo dell’energia hanno infatti spianato la strada ad Algeri, che ha l’opportunità unica di diventare il principale fornitore di gas dell’Europa nel lungo periodo, considerato il ruolo centrale che questa risorsa rivestirà nel percorso di transizione energetica del Vecchio Continente. Un ruolo che le ha permesso l’anno scorso di superare i 50 miliardi di dollari di entrate dalle forniture gasifere, rispetto ai 34 miliardi del 2021 e ai soli 20 miliardi del 2020.

Per l’Italia, in particolare, l’Algeria è diventata un partner strategico nel settore energetico: all’inizio del 2021, il principale fornitore di gas per l’Italia era la Russia (3,1 miliardi di metri cubi). Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, però, le importazioni da questo paese sono crollate e l’Algeria è diventata il principale fornitore di gas naturale per l’Italia (42% dei 68 miliardi di metri cubi importati nel 2022), sfruttando la prossimità geografica e la necessità di Roma di sganciarsi dalla dipendenza energetica russa.

Da quando l’Europa ha cercato di allontanarsi dai combustibili fossili, inoltre, anche l’energia rinnovabile è diventata un’importante risorsa per l’Algeria. È il decimo paese più grande del mondo e il più grande dell’Africa, con quasi 2,4 milioni di chilometri quadrati di terra e oltre 1.600 km di costa. Il Sahara costituisce gran parte della sua superficie: questi potrebbero consentire più di 3 mila ore di luce solare annuale. Non a caso, l’Algeria costruirà uno dei più grandi campi solari del mondo.

Ma non è solo sul filo dell’energia che corrono i rapporti tra Roma ed Algeri, da sempre molto solidi e ultimamente intensificatesi a partire dalla visita di Stato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ad Algeri nel novembre 2021, ricambiata dal Presidente algerino Tebboune in Italia nel maggio 2022. Il rilancio delle relazioni bilaterali è proseguito durante il governo Draghi ed è culminato nella visita del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso gennaio.

In quest’ultima occasione Italia e Algeria hanno firmato una dichiarazione congiunta e quattro protocolli d’intesa in diversi settori.

Due di questi accordi coinvolgono la compagnia energetica algerina Sonatrach e l’italiana ENI, che hanno un rapporto di lunga data, e mirano a migliorare le reti di collegamento energetico tra Algeria e Italia e ad aumentare le forniture di gas fino ad almeno 35 miliardi di metri cubi all’anno, mentre il secondo è incentrato sulla cooperazione tecnologica per la riduzione del gas flaring, recupero e altre tecniche di riduzione delle emissioni. Tra l’altro, è emersa anche la potenziale apertura nel 2023 di nuovi appalti per la gestione di alcuni giacimenti attualmente in fase di esplorazione, che offrirebbero nuove opportunità per gli investitori stranieri.

Se l’obiettivo primario era svincolarsi dalla dipendenza da Mosca, nelle intenzioni del governo italiano quello a lungo termine è però molto più ambizioso e prende il nome di  “Piano Mattei” per l’Africa. L’obiettivo di questo progetto dal nome altamente simbolico (Enrico Mattei, fondatore dell’ENI, è stato un forte sostenitore dell’indipendenza algerina, ed in Algeria è considerato quasi alla stregua di un eroe nazionale, tanto che ad Algeri è stato intitolato a suo nome un giardino con una stele commemorativa – unico straniero a ricevere un riconoscimento del genere) è quello di trasformare l’Italia in un “hub del gas”, cioè in un centro di ricezione del combustibile prodotto in Nordafrica e nel Mediterraneo orientale e successivamente di distribuzione verso l’Europa settentrionale, dove si trovano le nazioni a maggiore consumo (la Germania, innanzitutto). Il Piano non si ferma inoltre alle fonti fossili, ma include in prospettiva anche l’elettricità da fonti rinnovabili e l’idrogeno verde. Gli investimenti nel Nordafrica dovrebbero servire non solo in termini di politica energetica, ma anche per il contrasto all’immigrazione illegale. Secondo il governo italiano, infatti, il piano dovrebbe migliorare le condizioni economiche dei paesi nordafricani e di conseguenza anche quelle della loro popolazione, con l’obiettivo di scoraggiare l’emigrazione verso l’Italia

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Non solo energia

Ma come accennato sopra, l’interesse dell’Italia verso l’Algeria non si limita all’energia, anche se questo dossier è estremamente rilevante. Gli altri protocolli firmati a gennaio, infatti, riguardano la cooperazione nelle attività spaziali a fini pacifici e la cooperazione economica, con un accordo formale raggiunto tra il Consiglio per il rinnovamento economico algerino (CREA) e Confindustria che prevede iniziative e attività congiunte di promozione internazionale, internazionalizzazione e business matching, da svolgere in formato digitale o in presenza, incoraggiando le imprese a investire in Algeria, oltre che nel settore dell’oil&gas ed in quello delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica, anche nelle infrastrutture, nel settore farmaceutico, nella meccanica, nell’automotive, nella cantieristica navale, nell’agroindustria, nel turismo e nelle start-up.

Sono questi, infatti, i settori su cui il paese maghrebino intende puntare nei prossimi anni, anche in prospettiva del processo di diversificazione dell’economia che l’Algeria ha avviato per emanciparsi dalla tradizionale dipendenza dagli idrocarburi che rappresentano circa il 93% delle esportazioni, il 60 % delle entrate fiscali e il 30% del PIL dello stato.

In particolare, lo sviluppo industriale mira a promuovere l'attività stabilendo una dinamica territoriale attorno a centri tecnici industriali, consorzi e cluster per consentire il rafforzamento delle capacità e la diversificazione dei prodotti. Per quanto concerne il settore farmaceutico, il mercato algerino è uno dei principali della regione del Nord Africa e Medio Oriente (MENA) grazie alla vigorosa crescita sostenuta da quasi 15 anni, e il Paese dispone già di una notevole infrastruttura industriale. Le Autorità di Algeri prevedono di rendere efficienti da un punto di vista energetico tre settori (edilizia, trasporti e industria) attraverso un piano specifico. Il programma prevede anche il sostegno alla creazione di un'industria locale per la produzione di lampade efficienti, scaldacqua solari, e per l’isolamento termico, incoraggiando gli investimenti locali o stranieri. Nel settore dell’agroindustria, per soddisfare una politica agricola incentrata sul rafforzamento della sicurezza alimentare, le Autorità di Algeri puntano, tra le altre cose, a integrare conoscenza e digitalizzazione nei programmi di sviluppo del settore. Grazie allo straordinario patrimonio artistico e turistico dell’Italia e alle competenze acquisite, si aprono opportunità anche nel piano di sviluppo del turismo in Algeria, per aumentarne l’attrattività. Infine, si segnalano promettenti vantaggi per gli investimenti nel settore delle start-up. Nella strategia di diversificazione dell’economia, l'Algeria ha creato un Ministero delle start-up, il primo nella regione.

Per agevolare l’afflusso di capitali stranieri, inoltre, lo scorso luglio è stato adottato un nuovo Codice degli Investimenti. La nuova normativa fa seguito ad una serie di importanti cambiamenti, come ad esempio l'annullamento della regola 51/49 per i settori non strategici, considerato un grande ostacolo per gli investitori stranieri. Nelle intenzioni del Governo di Algeri, la legge mira ad agevolare la libertà di iniziativa economica e di investimento, la stabilità normativa e la semplificazione delle procedure burocratiche.

Le diverse opportunità d’investimento sono disponibili sul sito web dell’Agenzia algerina per la promozione degli investimenti.

L’Algeria, dunque, vuole proporsi agli investitori esteri come partner solido, moderno, e affidabile.

Ed in effetti, nel 2022 il Paese ha visto crescere il Pil del 4,7% rispetto al 2021, il più alto tasso di crescita registrato dal 2005, quando aveva raggiunto il 5,9%. Secondo le proiezioni del Fondo monetario internazionale, il paese nordafricano vedrà crescere il suo Pil anche nel 2023 in misura del 2,6% su base annua. Nel contesto inflazionistico generato dal conflitto in Ucraina, le maggiori entrate garantite da un mercato globale dell’energia in netta ripresa hanno alleviato la pressione fiscale sulle casse dello stato e consentito alle autorità di mantenere alti livelli di spesa pubblica, mitigando – di fatto – parte del malcontento sociale che era riemerso a partire dal 2019. Sfruttando la stabilità dei prezzi dell’energia prevista anche nel 2023 l’economia algerina è orientata verso una fase di ripresa e consolidamento che dovrebbe avere ripercussioni positive sulla stabilità politica interna e sul suo ruolo di stabilizzatore nella regione.

Un quadro più che incoraggiante per le imprese italiane dunque, sia per quelle con presenza stabile nel paese, che sono già circa 200, che per quelle che vi esportano i propri prodotti e servizi, oltre che per quelle che vorranno cogliere le opportunità che l’Algeria ha da offrire.

Un altro aspetto da non sottovalutare è quello relativo agli indicatori demografici che sono molto interessanti, considerando che la popolazione supera già i 47 milioni di abitanti, con un tasso di crescita annuo di quasi il 2%. Inoltre, il 54% della popolazione ha meno di 30 anni. Un mercato giovane e in crescita, proiettato con le sue infrastrutture anche al mercato africano, che offre sicuramente grandi opportunità per gli investitori.

Algeria-Infografica

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