Thailandia: un ponte tra Italia e ASEAN
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La Thailandia si presenta come un hub strategico per le imprese che desiderano espandere la propria presenza nel Sud-est Asiatico, offrendo un mercato in crescita, infrastrutture moderne, un clima favorevole agli investimenti e una posizione chiave per l’accesso all’ASEAN. Le positive performance economiche del paese, inoltre, offrono buone prospettive di crescita per il futuro.
La Thailandia, seconda economia del Sud-Est asiatico, si propone come un ponte strategico per l’accesso ai mercati ASEAN. Il Paese è in piena trasformazione, con un ammodernamento sia delle infrastrutture fisiche che digitali, trainato dal piano Thailand 4.0. Questo programma ambizioso, lanciato nel 2016 dal governo thailandese, mira a trasformare il Paese in un’economia digitale ad alto valore entro il 2030, creando un ambiente fertile per le imprese che desiderano espandere la propria presenza nella regione.
Con un PIL pari a 468 milioni di euro nel 2023, l’economia thailandese presenta solidi fondamentali macroeconomici, caratterizzati da bassi tassi di inflazione e da un debito pubblico contenuto. Nonostante la pandemia abbia rallentato la crescita negli ultimi due anni, il Paese è in fase di ripresa: nel 2023 la crescita è stata stimata al +1,9% (fonte: Osservatorio Economico MAECI) con un rafforzamento previsto per il 2024 (3,4%). La spinta principale a questo rilancio è data dalla crescita della classe media thailandese, che si sta espandendo a un ritmo sostenuto, in particolare nelle aree urbane. A Bangkok, in particolare, il reddito pro-capite è nettamente superiore alla media nazionale, alimentando una forte propensione al consumo di beni di qualità (quelli italiani ne sono esempio).
Le esportazioni, insieme al turismo, rappresentano i pilastri dell’economia thailandese. Nel 2023, l’export ha raggiunto i 284 miliardi di dollari, con un calo dell’1% rispetto al 2022. I principali prodotti esportati includono elettronica, macchinari, veicoli e prodotti alimentari. Non da meno è il rinato settore turistico. Nel 2023, il Paese ha accolto circa 28,5 milioni di turisti, un numero significativo seppur ancora inferiore ai livelli pre-pandemia (40 milioni di turisti l’anno). Nonostante questo, il trend di crescita è incoraggiante e si riflette anche sui consumi privati, che hanno registrato un aumento del 5,5% nel primo trimestre del 2023.
Il quadro positivo è completato da un mercato del lavoro solido e in crescita. Il tasso di disoccupazione è diminuito nell’ultimo anno, attestandosi a marzo 2023 all’1,05% della popolazione con 421 mila disoccupati, a fronte di quasi 40 milioni di lavoratori attivi nel Paese.
La Thailandia vanta relazioni eccellenti con i paesi confinanti e con le principali potenze globali. Membro fondatore dell’ASEAN, l’organizzazione che riunisce i 10 Stati del Sud-Est Asiatico, la Thailandia mantiene legami solidi con la Cina, secondo partner commerciale e fonte di investimenti in forte crescita. Allo stesso tempo, intrattiene ottimi rapporti con gli Stati Uniti e con il Giappone, che dagli anni ‘80 rappresenta il principale investitore estero nel Paese.
Con l’Unione Europea, i rapporti politici, temporaneamente raffreddati dopo il colpo di Stato del 2014, sono stati pienamente riavviati in seguito alle elezioni thailandesi del 2019. Nel dicembre 2022 è stato firmato un nuovo accordo di Partenariato e Cooperazione (PCA), mentre a settembre 2023 sono ripresi i negoziati per un accordo di libero scambio (FTA) tra UE e Thailandia.
Rapporti con l’Italia
In occasione della visita del Primo Ministro thailandese S.E. Srettha Thavisin a Roma, il 20 maggio 2024 si è tenuto il Forum d'Affari Italia-Thailandia, organizzato da Unioncamere e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Un incontro proficuo che ha visto la firma di un Memorandum d’Intesa tra Unioncamere e la Thai Chamber of Commerce and the Board of Trade of Thailand, rappresentata dal Presidente Sanan Angubolkul. L’obiettivo principale è quello di intensificare la collaborazione tra le imprese italiane e thailandesi, con particolare attenzione alle PMI.
Secondo il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, la Thailandia rappresenta un’importante opportunità per le imprese italiane, non solo per il suo mercato interno in crescita, ma anche come porta d'ingresso per l’intera area ASEAN, che conta oltre 600 milioni di abitanti. La stabilità politica e l’attivismo economico della Thailandia, uniti alla crescente domanda di prodotti italiani, rendono il Paese un partner ideale per le imprese italiane che desiderano espandersi nel Sud-est asiatico.
Il Business Forum Italia-Thailandia, che riunisce annualmente i vertici delle 40 principali imprese dei due Paesi, rappresenta un’ulteriore testimonianza della volontà di rafforzare i legami economici e creare nuove opportunità di business per le imprese italiane e thailandesi.
Investimenti Diretti Esteri
Attraverso il Board of Investments (BoI), la Thailandia ha messo in atto una serie di misure volte ad attrarre capitali esteri in settori strategici come l’agroalimentare, le energie rinnovabili, l’automotive, l’elettronica, le telecomunicazioni, la moda, il turismo e la sanità. Il programma Thailand 4.0, in particolare, mira a trasformare il Paese in un’economia digitale all’avanguardia (“basata sul valore”), con massicci investimenti nelle infrastrutture digitali.
Oltre agli incentivi governativi, la Thailandia vanta una rete infrastrutturale in fase di ammodernamento, con un focus sul potenziamento della rete di trasporti e in particolare di ferrovie e metropolitane. Altri importanti progetti infrastrutturali riguardano la zona economica speciale Eastern Economic Corridor che offre condizioni vantaggiose agli investitori stranieri.
Per le imprese italiane, la Thailandia rappresenta un mercato di quasi 70 milioni di abitanti con un forte potenziale per la delocalizzazione produttiva, grazie alle condizioni di investimento attraenti e alla rete di accordi di libero scambio. Oltre 100 imprese italiane sono già presenti nel Paese, soprattutto nel settore dei beni strumentali e di consumo. Tra i nomi più noti figurano Danieli, EssilorLuxottica, Panapesca, Vittoria Tyres.
L’apprezzamento della cucina italiana apre ottime prospettive per le imprese del settore agroalimentare italiano, sia in termini di investimenti che di esportazioni. L’aumento del reddito pro-capite e la crescente domanda di prodotti di alta qualità da parte dei consumatori thailandesi spiegano la presenza di numerosi ristoranti italiani nel Paese.
Il mercato delle auto di lusso vede un forte interesse per marchi come Ferrari, Maserati e Lamborghini. La Thailandia, conosciuta come “Detroit d’Asia”, rappresenta un hub strategico per il settore automotive. Le principali case automobilistiche giapponesi, insieme a BMW, Ford e General Motors, assemblano i loro veicoli nel Paese, rendendolo un mercato chiave per la componentistica (80% a capitale giapponese). In questo settore, l’azienda italiana Ducati eccelle, avendo realizzato in Thailandia il suo più importante stabilimento produttivo al di fuori dell’Italia.
Cosa esportare
Nel 2023, lo scambio bilaterale tra Italia e Thailandia ha superato i 4 miliardi di euro, registrando una crescita del +4% rispetto all’anno precedente, confermando l’Italia come terzo fornitore europeo del Paese. Le esportazioni italiane hanno raggiunto i 1,92 miliardi di euro, posizionando l’Italia al 23° posto tra i fornitori del Paese a livello globale, mentre le importazioni sono ammontate a 2,13 miliardi di euro.
Tra le principali voci dell’export italiano verso la Thailandia nel 2023 figurano: macchinari e apparecchiature (24,6% dell’export totale), prodotti tessili (12,9%), prodotti delle attività manifatturiere (10,3%), computer, apparecchi elettronici e ottici (9,6%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (7,2%) e sostanze e prodotti chimici (6,9%).
Oltre ai settori tradizionali, si evidenzia un potenziale interessante per i settori ad alto contenuto tecnologico, come: gestione delle acque, energie alternative, ferrovie, attività spaziali, macchine utensili, attrezzature elettromedicali, chimica e biotecnologie. La promozione di questi settori può avvenire tramite azioni dirette, come la partecipazione a fiere, e indirette, valorizzando l’immagine dell’Italia come Paese dotato di elevate capacità scientifiche e tecnologiche.
Economia in crescita, mercato interno in espansione, accordi di libero scambio e incentivi governativi rendono la Thailandia una destinazione interessante per le imprese italiane che cercano di espandersi nel Sud-Est Asiatico. Inoltre, i costi di produzione competitivi e la manodopera qualificata fanno del Paese un’opzione interessante per la delocalizzazione produttiva per le PMI. Gli ultimi accordi tra i due Paesi, tra cui il Forum d’Affari Italia-Thailandia del 20 maggio e la ripresa dei negoziati per un accordo di libero scambio, dimostrano l’impegno di entrambi i Paesi a rafforzare ulteriormente la loro collaborazione economica.