Export di formaggio italiano in Francia: una storia di successo

24 Febbraio 2025
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L’export di formaggi italiani in Francia rappresenta un successo commerciale che beneficia entrambi i paesi. Freschi, versatili e adatti ai nuovi stili di vita, i formaggi italiani incontrano perfettamente le esigenze dei consumatori francesi, sempre più attenti ai prodotti di alta gamma.

La Francia, settima economia mondiale con un PIL di 2.804 miliardi di euro nel 2023 (fonte: FMI), rappresenta il secondo partner commerciale dell’Italia dopo la Germania. Nonostante un leggero calo nel 2023 rispetto all’anno precedente, il commercio bilaterale tra Francia e Italia mantiene una traiettoria di crescita solida nell’ultimo decennio, attestandosi a 109 miliardi di euro nel 2023. I dati ISTAT evidenziano la forza dell’export italiano in settori chiave come la meccanica (8,7 miliardi di euro), l’agroalimentare (6,9 miliardi di euro) e l’automotive (6,1 miliardi di euro). Un aspetto distintivo di questo rapporto commerciale è il surplus storico a favore dell’Italia, che nel 2023 ha raggiunto i 16,4 miliardi di euro, incrementando del +12% rispetto al 2022 (fonte ISTAT). 

Questa solidità commerciale si intreccia con una fitta rete di investimenti reciproci: la Francia è il principale investitore in Italia, con un ammontare di IDE (Investimenti Diretti Esteri) pari a 87,8 miliardi di euro nel 2021, mentre gli stock IDE italiani in Francia ammontano a 22,2 miliardi di euro. Le filiali francesi presenti in Italia sono 2.200 e impiegano ben 300.000 persone. La vastità e la complessità di questi flussi sottolineano l’interdipendenza economica tra Francia e Italia, definendo un quadro di “irreversibilità dei rapporti industriali e commerciali”. 

Il settore agroalimentare rappresenta un perfetto esempio della sinergia tra Italia e Francia, unite da una passione comune per il buon cibo e, in particolare, per il formaggio. I francesi, con un consumo pro-capite che supera i 25 kg all’anno, si confermano tra i maggiori estimatori di questo prodotto al mondo. In questo scenario, l’Italia si posiziona come fornitore d’eccellenza, coprendo ben un terzo delle importazioni francesi di formaggio. 

A trainare questo successo sono soprattutto i prodotti DOP e IGP, che conquistano il palato dei consumatori con la loro qualità e la loro tradizione secolare. Nonostante l’orgoglio per la propria gastronomia, infatti, i francesi apprezzano sempre più i sapori italiani, tanto da rendere la Francia il principale cliente all’export dell’Italia per quanto riguarda i formaggi, con oltre il 20% delle esportazioni. 

I tempi cambiano e anche le abitudini alimentari si evolvono. I francesi, in particolare, stanno abbandonando la tradizione del vassoio di formaggi di fine pasto, preferendo snack, prodotti per aperitivi e aiuti culinari. Questa trasformazione si sposa perfettamente con le caratteristiche dei prodotti caseari italiani, che si dimostrano versatili e adatti a molteplici occasioni di consumo. Non a caso, i francesi ogni anno consumano in media 1,2 kg di formaggi italiani, a dimostrazione di un amore che si rinnova e si adatta ai tempi.

In generale, tra i formaggi più apprezzati dai francesi troviamo i cotti pressati, che rappresentano oltre un quarto dei consumi totali. Tra questi spiccano il Comté, il Beaufort, il Gruyère nonché il nostro Parmigiano Reggiano, che conquistano il palato con il loro gusto intenso e la loro versatilità in cucina. Al secondo posto si classificano i formaggi pressati crudi, come il Reblochon, il Saint-Nectaire, l’Ossau-Iraty e il Cantal, caratterizzati da una pasta più morbida e da un sapore più deciso. Completano il podio i formaggi a pasta molle, come l’Emmental, il Camembert, il Munster, amati per la loro cremosità e il loro gusto delicato. Un posto speciale spetta poi alla mozzarella italiana, che sta vivendo un momento di grande ascesa, conquistando un posto sempre più importante nelle abitudini alimentari d’oltralpe e sfidando il tradizionale dominio del Camembert tra i formaggi molli. Da segnalare che nel 2021 la mozzarella ha superato il Camembert in termini di consumi diventando così il formaggio a pasta molle più consumato in Francia.

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Il mercato del formaggio francese: tra tradizione e grandi catene

Il mercato del formaggio francese è un panorama complesso e sfaccettato, dove tradizione e modernità si intrecciano.  Tra i tre principali canali di vendita (GDO, ristorazione e industrie agroalimentari specializzate in piatti pronti), la grande distribuzione organizzata rappresenta il vero colosso del settore, ricoprendo un ruolo fondamentale per l’industria agroalimentare nazionale. La sua forza risiede non solo nella capillare diffusione dei punti vendita, ma anche nell’ampia offerta di prodotti, che spazia dai grandi marchi affermati ai prodotti “a marchio del distributore” (MDD).

Nel 2022, il settore alimentare ha ricoperto un ruolo centrale all’interno della GDO francese, con un peso in valore dell’81,9% negli ipermercati e dell’90,3% nei supermercati. Rispetto al 2021, si è registrato un aumento del +3,7% per gli ipermercati (60,4 miliardi di euro) e del +2,6% per i supermercati (53,8 miliardi di euro).

Tra le insegne GDO che dominano il panorama francese, E. Leclerc si distingue per una leggera crescita dello 0,2% nel 2023 rispetto all’anno precedente, mentre Carrefour e Gruppo U mantengono stabili le loro quote di mercato. In controtendenza, le catene discount Lidl e Aldi continuano a crescere, segno di un apprezzamento crescente da parte dei consumatori verso prodotti a prezzi accessibili. Lidl, in particolare, si è distinta per un’importante ristrutturazione dei suoi punti vendita, trasformandoli in supermercati di prossimità con un’offerta più ampia e di qualità superiore.

Un ruolo importante nel mercato del formaggio francese è ricoperto dalle Marche del Distributore (MDD), in francese Marques de Distributeurs, prodotti da terze parti per conto delle catene GDO e venduti con il loro marchio. Pur garantendo una qualità e un’immagine paragonabili a quelle delle grandi marche, gli MDD si distinguono per prezzi generalmente inferiori, rendendoli un’opzione allettante per i consumatori più attenti al budget. Tra gli MDD dei principali gruppi GDO francesi, un posto speciale è riservato alle etichette dedicate alle specialità italiane. Tradizioni d’Italia di E. Leclerc, con i suoi 61 prodotti tipici (mozzarella, burrata, pasta, pesto, dolci), e Monoprix Gourmet, che propone Grana Padano, salumi, pasta secca e fresca, ne sono un esempio lampante. Tuttavia, non mancano casi di “Italian sounding” ovvero prodotti che evocano l’Italia pur non provenendone, come la pasta secca di Fiorini di Les Mousquetaires-Intermarché.  


Quanto formaggio italiano importa la Francia?
Nel 2023, la Francia si conferma un importante player nel panorama mondiale del formaggio, con un saldo commerciale positivo di 1,06 miliardi di euro. Nonostante le importazioni di formaggi ammontino a 478.000 tonnellate per un valore di 2,8 miliardi di euro, l’export supera i 3,86 miliardi di euro per 657.230 tonnellate.

Tuttavia, se si guarda al rapporto commerciale con l’Italia, la situazione si inverte. La Francia registra un saldo negativo nella bilancia commerciale con l’Italia pari a -720,130 milioni di euro nel 2023, con un aumento del +13,6% rispetto al 2022. L’Italia si conferma il principale fornitore di formaggi per la Francia, con una quota del 33% del valore totale delle importazioni e un valore di 929,5 milioni di euro nel 2023, registrando un aumento dell’+11,7% rispetto all’anno precedente.

Le importazioni di formaggi italiani in Francia nel 2023 sono cresciute significativamente in quasi tutte le categorie. Quasi la metà sono costituite da formaggi freschi (in aumento del +17,4% rispetto al 2022), tra cui la mozzarella, per cui l’Italia è primo fornitore con il 62% delle quote. Tra i formaggi stagionati dominano il Grana Padano e Parmigiano Reggiano, per cui l’Italia è il primo fornitore con il 95% delle quote. Seguono il Gorgonzola (68,5% delle quote), il Pecorino sardo (96% delle quote) e il Provolone (97% delle quote).

Tuttavia, la volatilità dei prezzi globali dei prodotti lattiero-caseari industriali rappresenta un ostacolo significativo per la redditività dei produttori di formaggio. Per fronteggiare questo scenario complesso e conquistare nuove quote di mercato, è fondamentale adottare una strategia che coniughi innovazione e tradizione.

L’innovazione deve permeare tutti gli aspetti del settore, dal prodotto al marketing. Da un lato, è necessario sviluppare nuovi formati e packaging più accattivanti e funzionali, in linea con le esigenze dei consumatori moderni. Dall’altro lato, è fondamentale investire in una comunicazione efficace, con budget pubblicitari importanti dedicati alla promozione dei formaggi italiani e alla valorizzazione delle loro caratteristiche uniche. In questo senso, la narrazione della storia e della tradizione che contraddistingue le produzioni tipiche italiane rappresenta un valore aggiunto fondamentale per conquistare i palati dei consumatori francesi.

L’export di formaggio italiano in Francia rappresenta già oggi un’importante storia di successo, a testimonianza dell’eccellenza e dell’apprezzamento dei prodotti italiani nel mondo. Le previsioni per il futuro sono positive, con la possibilità di un’ulteriore crescita. Tuttavia, per cogliere appieno queste opportunità, è necessario che i produttori italiani continuino a innovare e a valorizzare la loro tradizione. Solo così potranno affrontare le sfide del mercato e conquistare nuovi segmenti di consumatori, consolidando la leadership italiana nel settore del formaggio in Francia.

A Cura di Export.gov.it