Cosmesi Made in Italy: capofila dell’Export

13 Settembre 2024
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Il settore cosmetico italiano si conferma un gigante inarrestabile, con un fatturato globale che nel 2023 ha superato i 15,14 miliardi di euro, registrando un aumento del +13,8% rispetto all’anno precedente. Le esportazioni, in particolare, hanno raggiunto un valore significativo, rappresentando il 46% del fatturato totale, il doppio rispetto al 2003.

Nonostante le sfide poste da un contesto globale complesso, il settore cosmetico italiano dimostra una notevole resilienza e capacità di adattamento. L’attenzione all’innovazione e alla sostenibilità è un valore fondamentale per le imprese italiane che investono costantemente in ricerca e sviluppo per creare prodotti performanti e rispettosi dell’ambiente, anticipando le esigenze dei consumatori e posizionandosi come leader nel panorama globale.

Con una quota del 67% del make-up consumato in Europa e del 55% a livello mondiale (fonte: Cosmetica Italia), l’Italia si posiziona come terzo sistema economico della cosmetica in Europa, dopo Germania e Francia. I dati preconsuntivi per il comparto cosmetico italiano di fine 2023, presentati in occasione della 55ª edizione di Cosmoprof a Bologna, confermano questo trend positivo. Il fatturato globale ha superato i 15,14 miliardi di euro, registrando una crescita del +13,8% rispetto al 2022. Un risultato straordinario, spinto da un aumento delle vendite in tutti i canali, sia in Italia che all’estero, con una particolare ripresa dei canali professionali (saloni di bellezza e centri estetici) che beneficiano del ritorno alla normalità post-lockdown. Le previsioni per il 2024 sono ancora più rosee: si stima un ulteriore aumento del fatturato del 9,8%, superando abbondantemente i livelli pre-crisi.

Il boom del settore cosmetico è frutto di una sinergia di elementi chiave.

In primo luogo, i dati di Benedetto Lavino di Cosmetica Italia presentati al 105esimo Rapporto Intesa-SanPaolo sul manifatturiero italiano, evidenziano un cambio di paradigma nelle abitudini dei consumatori: i cosmetici non sono più un lusso, ma un bene essenziale e una parte integrante della routine quotidiana. Le imprese italiane hanno saputo cogliere le nuove tendenze del mercato, investendo in ricerca e sviluppo, creando prodotti innovativi e di alta qualità e ponendo particolare attenzione alla sostenibilità.

In aggiunta, il mercato interno è in crescita, con un valore stimato di 16,6 miliardi di euro nel 2024 e con un incremento del +10% rispetto all’anno precedente. Trainano la crescita i canali tradizionali e digitali (+9,2%), mentre i canali professionali registrano un aumento più contenuto (+5,8%). La spinta all’acquisto è dovuta in parte all’inflazione, soprattutto nella prima metà del 2023, e in parte al desiderio di benessere e soddisfazione derivante dall’acquisto di un prodotto cosmetico. In questo scenario, un ruolo fondamentale lo gioca lo storytelling d’impresa, leva strategica per comunicare i valori del brand e puntare su tematiche etico-sociali, come la sostenibilità.

Le esportazioni rappresentano il vero fiore all’occhiello della cosmesi del Belpaese, con un peso sul fatturato totale che raggiunge il 46%. Non a caso, l’Italia è il primo esportatore di cosmetici al mondo, trainando la bilancia commerciale con oltre 4 miliardi di euro. Questo primato è frutto di una crescita esponenziale negli ultimi 20 anni: l’export cosmetico italiano ha quadruplicato il suo valore e raddoppiato il suo peso sul fatturato totale, passando dal 23% al 46%. Le previsioni per il 2024 sono ancora positive, con un aumento stimato del 12%.

Nonostante il grande successo, il settore non è immune alle sfide. Secondo il Centro Studi di Cosmetica Italia, l’aumento dei costi rappresenta un ostacolo significativo per le imprese, con un impatto complessivo sui fatturati che supera il 15% sul prodotto cosmetico. Le più colpite sono le imprese produttrici, che subiscono un aumento sul fatturato di quasi il 18% per materie prime e packaging, mentre la trasformazione e la produzione incidono per poco più di 11 punti percentuali. Le imprese commerciali-distributive, invece, subiscono maggiormente l’aumento dei costi di logistica, che supera il 10%. L’impatto del costo energetico, pur significativo, è in fase di ridimensionamento grazie al rallentamento osservato nel corso del 2023. Oltre il 70% delle imprese cosmetiche intervistate assorbe questi aumenti, mentre la restante quota ne dichiara ripercussioni a valle. Di conseguenza, l’impatto sul prezzo finale a scaffale è ancora marginale, inferiore alla media del carrello della spesa nazionale.

Di fronte all’aumento dei costi, il settore cosmetico italiano si dimostra resiliente e pronto ad attuare diverse strategie per contrastare la sfida. Più della metà degli operatori è alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento, mentre un terzo delle imprese sta avviando progetti di indipendenza energetica. Questi sforzi sono ulteriormente sostenuti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che prevede incentivi e agevolazioni per la riconversione energetica delle aziende.

L’investimento in ricerca e sviluppo rimane una priorità per il settore, permettendo di sviluppare prodotti innovativi e adattare l’offerta alle mutevoli esigenze dei consumatori. Nonostante le difficoltà, le imprese non intendono basare la propria competitività su strategie di prezzo aggressive, ma continuano a puntare sull’innovazione per mantenere alti gli standard qualitativi.

E-commerce, attività digitali e attenzione alla sostenibilità rappresentano ulteriori punti di forza e leve competitive per il settore, elementi che saranno cruciali non solo per il mercato interno, ma soprattutto per affermarsi sui mercati internazionali.

Un successo trainato dalle esportazioni

Le esportazioni di cosmetici italiani nel 2023 hanno registrato una crescita eccezionale, superando i 7 miliardi di euro, con un +20,2% (fonte: Cosmetica Italia, valore preconsuntivo di chiusura). Questo dato conferma il trend di crescita a doppia cifra delle esportazioni, che rappresentano un fattore chiave per l’aumento del fatturato totale dell’industria cosmetica in Italia.

Un aspetto interessante è la diversificazione dei mercati di destinazione. Seppur l’Europa rimanga un partner commerciale importante, la sua quota di export cosmetico italiano è diminuita dal 70,2% del 2003 al 60,9% del 2023.

Le prime dieci destinazioni per le esportazioni di cosmetici italiani rimangono concentrate, con un 63% del valore totale. Tuttavia, si osserva una ridistribuzione del restante 37% verso nuovi mercati, con i Paesi Bassi che escono dalla top ten.

I principali partner commerciali confermano il loro apprezzamento per il “cosmetico Made in Italy”: Stati Uniti (+31,8%), Francia (+12,6%) e Germania (+32,2%) da soli rappresentano oltre 2,3 miliardi di euro di export cosmetico. Tra le destinazioni extra-europee a doppia cifra troviamo anche Regno Unito (+19,8%), Emirati Arabi Uniti (+12,9%) e Hong Kong (+11,2%).

Guardando alle categorie di prodotto, si registra una crescita trasversale, con performance migliori per i settori maggiormente penalizzati durante la pandemia da Covid-19. In particolare, la profumeria alcolica registra un importante +36,5%, diventando la prima famiglia di prodotto esportata per valore. Seguono la cura della pelle (+21,1%) e i prodotti per il trucco (+16%). Insieme, questi tre settori rappresentano oltre metà del totale export cosmetico italiano, con un valore di più di 3,6 miliardi di euro.

L’industria cosmetica italiana rappresenta un’eccellenza del Made in Italy, un settore che non solo alimenta la crescita economica del paese, ma ne rappresenta anche l’emblema di creatività, stile e capacità di adattamento alle sfide globali. La continua innovazione, la capacità di intercettare le nuove tendenze del mercato, la crescente attenzione alla sostenibilità e la forza del brand “Made in Italy” rappresentano tutti fattori che permetteranno all’industria cosmetica italiana di continuare a crescere e affermarsi come leader mondiale nel settore della bellezza.

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A Cura di Export.gov.it