Spagna, un mercato di prossimità fondamentale per le imprese italiane

3 Aprile 2023
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La Spagna rappresenta già uno dei principali partner commerciali dell’Italia, ma le opportunità di crescita per le aziende italiane, i cui prodotti sono molto apprezzati dai consumatori iberici, sono destinate a moltiplicarsi grazie agli investimenti che il paese sta effettuando per affrontare la sfida della transizione ecologica e digitale.

Dal 1975, anno della caduta del regime franchista, ad oggi, la Spagna ha subito un processo di trasformazione radicale: in un arco di tempo relativamente breve, infatti, il Paese è riuscito a coniugare la normalizzazione democratica con la modernizzazione economica, posizionandosi oggi al 16° posto nella classifica delle economie mondiali a parità di PIL, e al 5° posto tra le economie avanzate.

Una ripresa economica consolidata

La Reconquista Economica, come la chiamano in Spagna, è in effetti una delle più sorprendenti e veloci tra i paesi industrializzati del mondo. Nel quinquennio 2015-2019, l’economia spagnola ha fatto segnare i migliori tassi di crescita tra le grandi economie europee, consentendo a Madrid di recuperare le perdite registrate a seguito della crisi economico-finanziaria del 2008. Tale dinamica espansiva, che si è andata via via attenuando (+3% nel 2017, +2,4% nel 2018, +2% nel 2019), ha subito una decisa battuta d’arresto nel 2020, anno in cui il PIL spagnolo ha registrato un crollo storico dell’11,3% a causa degli effetti della pandemia, salvo poi recuperare nel 2021 (+5,5%) ed anche nel 2022, anno in cui sono state superate le previsioni più ottimistiche, con una crescita pari al 5,2% trainata dalla buona performance del mercato del lavoro, degli investimenti e delle esportazioni, nonostante le conseguenze della guerra in Ucraina.

Per il 2023 il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita dell'1,1%, che per quanto moderata è comunque superiore rispetto a quella dei suoi principali partner e della media dell'area euro (stimata allo 0,7%).

Perché esportare o investire in Spagna?

Oltre che per la sua solida economia, la Spagna si presenta oggi come uno dei più attraenti mercati europei anche perché può contare su una base di 47,5 milioni di potenziali consumatori ed un bacino supplementare di 31 milioni di turisti che visitano il paese ogni anno.

Il paese vanta inoltre un sistema logistico ed una rete di infrastrutture pubbliche moderne e all’avanguardia. Il Global Competitiveness Report 2020 posiziona la Spagna al 7º posto al mondo per qualità delle infrastrutture e della logistica. La Spagna possiede infatti due dei maggiori aeroporti d'Europa (Madrid e Barcellona) ed è il terzo Paese in Europa per numero di passeggeri aerei. Inoltre, è il 1º Paese in Europa per lunghezza delle autostrade a doppia corsia (oltre 17.000 km), il 1º Paese in Europa ed il 3º al mondo per lunghezza delle linee ferroviarie ad alta velocità (3.402 km). Possiede altresì un’efficiente infrastruttura portuaria (3 porti spagnoli sono tra i primi 20 porti al mondo per traffico di containers), 152 parchi logistici e la più grande piattaforma logistica d'Europa con oltre 1,3 milioni di mq.  

Pressione fiscale moderata, presenza di incentivi fiscali per le imprese e incentivi agli investimenti, in particolare per favorire l'innovazione tecnologica ed il lavoro giovanile, procedure agevolate ed informatizzate per la costituzione di nuove imprese sono altri elementi che rendono il business climate spagnolo particolarmente favorevole.

A ciò si deve aggiungere lo straordinario dinamismo degli investimenti pubblici e privati supportati dai fondi europei del piano Next Generation EU. Il Plan de Recuperación, Transformación y Resiliencia spagnolo (l’equivalente del nostro PNRR), con uno stanziamento di 140 miliardi di euro, è infatti il secondo beneficiario in Europa dopo quello italiano.

Priorità del Piano sono la modernizzazione e la digitalizzazione del tessuto industriale e delle PMI, la ripresa del turismo e delle attività culturali, lo sviluppo di infrastrutture ed ecosistemi resilienti, la transizione energetica ed ecologica, l’efficientamento della pubblica amministrazione, l’innovazione tecnologica, la ricerca e lo sviluppo delle competenze professionali.

Intensi legami economici e commerciali con l'Italia

Italia e Spagna, per prossimità geografica, culturale e di orientamento dei consumi intrattengono da sempre relazioni economico-commerciali di rilievo. Nonostante le varie crisi che si sono succedute, i due Paesi non hanno mai smesso di rappresentare l'uno per l’altro mercati fondamentali, sbocchi per l’export, destinazioni di investimenti.

Dopo aver subito una flessione nel biennio 2012-2013, l’interscambio commerciale tra Italia e Spagna ha ripreso a crescere a partire dal 2014, grazie alla ripresa dell’economia spagnola e al recupero della domanda interna.

Con una quota di mercato del 5,1%, la Spagna è il 4° mercato di destinazione per l'export italiano e il 5° fornitore (4,7%), mentre l’Italia è il 4° mercato di destinazione dell'export spagnolo (8,2%) ed il 4° fornitore (6,7%). I dati relativi al 2022 fanno registrare livelli record per l'interscambio bilaterale, che ammonta a quasi 63 miliardi di euro (+21% rispetto al 2021). Rispetto al 2021 incrementano a doppia cifra sia le nostre esportazioni, pari a 32 mld euro (+22,3%), che le nostre importazioni, pari 30,6 miliardi di euro (+20,1%). Il surplus commerciale a nostro favore si attesta a circa 1,5 miliardi di euro.

Tali incoraggianti risultati, registrati in un anno non facile, caratterizzato dall'impennata del costo dell'energia, associata ad una spirale inflattiva causata dall'invasione russa dell'Ucraina, che ha portato le maggiori economie occidentali a tassi di inflazione mensile vicini al 10%, testimoniano che la risposta proveniente dal tessuto imprenditoriale dei due Paesi è stata alquanto resiliente.

In generale, il modello di scambio tra i due Paesi si mostra in molti ambiti complementare: ad esempio, senza la componentistica automotive italiana, l'industria automobilistica spagnola non sarebbe in grado di sostenere buona parte delle esportazioni locali; viceversa, il packaging e le tubature made in Italy esportate in tutto il mondo sono alimentati anche dai polimeri plastici e dall’acciaio provenienti dalla Spagna.

Le principali voci del nostro export verso Madrid si confermano i macchinari (11,9%), seguiti da metalli di base e prodotti in metallo (11,7%), computer, apparecchi elettronici e ottici (10,3%), sostanze e prodotti chimici (9,8%), mezzi di trasporto (9,5%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (9,1%). Per quanto concerne le importazioni di beni dalla Spagna, le principali voci sono prodotti alimentari, bevande e tabacco (17,2%), mezzi di trasporto (15,9%), sostanze e prodotti chimici (15,8%), metalli di base e prodotti in metallo (12,1%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (9,2%), prodotti dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca (5,5%).

La Spagna, inoltre, è tradizionalmente terra di attrazione di investimenti esteri rappresentando per l’Italia il secondo Paese di destinazione dei propri IDE a livello mondiale. Per quanto riguarda i flussi e la suddivisione territoriale, gli investimenti italiani in Spagna nel 2021 si sono diretti soprattutto nella Comunità Valenciana (45%) ed in quella di Madrid (30%), ed in misura minore in  Catalogna (per circa il 21%). Nello stesso anno la quasi totalità dei flussi di investimento spagnoli verso l'Italia ha avuto origine dalla Comunità di Madrid (95%).

Sfide ed opportunità

Nonostante i grandi passi avanti compiuti negli ultimi decenni, nel breve e medio termine si profilano per l’economia spagnola diverse sfide come l’aumento della produttività, l’invecchiamento demografico, la transizione ecologica, la digitalizzazione, l’ammodernamento del tessuto produttivo. Sfide che allo stesso tempo, però, sono anche opportunità di sviluppo per i settori che sapranno rispondere alle esigenze del Paese:

·       la crescente domanda del settore healthcare porterà allo sviluppo di opportunità per i settori farmaceutico, biotecnologico, alimentazione salutare, connettività di servizi remoti e domotica sociale;

·       la transizione ecologica genererà molte opportunità in mobilità, logistica e distribuzione, costruzione e riabilitazione di edifici, smart cities, generazione/distribuzione/stoccaggio di energie pulite, produzione di beni riciclati e riciclabili, turismo e tempo libero sostenibile;

·       la digitalizzazione dei processi produttivi coprirà tutte le attività economiche spagnole, dallagricoltura alla finanza;

·       l’e-commerce, il marketing digitale e tutti i nuovi servizi legati alle tecnologie della comunicazione continueranno a crescere.

La Spagna si è già attivata per consolidare la sua posizione di leadership nella transizione verso i veicoli elettrici e connessi, le tecnologie per le energie rinnovabili, l'idrogeno verde e lo stoccaggio, la decarbonizzazione dell'industria ad alta intensità energetica, l'economia circolare e lo sviluppo dell'ecosistema industriale della microelettronica e dei semiconduttori.

Le nuove leggi sulle telecomunicazioni, sulla cybersicurezza e sul 5G agevoleranno ancor di più lo sviluppo della connettività digitale. I risultati sono tangibili; ad esempio, l'ultimo rapporto della Commissione europea sull'economia e la società digitale, DESI 2022, colloca la Spagna al 7º posto tra i 27 Stati membri dell’UE (Italia 18º posto). Con gli investimenti del programma UNICO (Programma per l'universalizzazione delle infrastrutture digitali per la coesione - Banda larga), il 95% del territorio avrà una connessione a banda larga ultraveloce entro il 2023, avvicinandosi all'obiettivo del 100% entro il 2025.

In questo contesto possono facilmente inserirsi le imprese italiane, i cui prodotti godono di buona reputazione presso i consumatori spagnoli,  che li apprezzano soprattutto per il design, la qualità e l’esclusività. In particolare, sono la tecnologia e le attrezzature italiane a riscuotere il maggior successo, in quanto sono in grado di garantire innovazione, minor consumo energetico, automatizzazione, capacità di adeguamento alle necessità dei clienti.

Tuttavia, bisogna tenere in considerazione che entrambi i paesi sono produttori di primo livello in alcuni settori e potrebbero quindi sorgere alcune difficoltà di penetrazione date soprattutto dall’esistenza di un’offerta domestica di qualità che compete a condizioni vantaggiose sia a livello di presenza sul mercato che di prezzo.

Pertanto l’esito dell’introduzione di nuovi prodotti e servizi dipenderà della capacità di competere con successo, impegnandosi per esempio a visitare le manifestazioni settoriali in loco al fine di conoscere di prima mano l’offerta e valutare i punti di forza dei prodotti italiani rispetto alla concorrenza, fare networking con aziende e professionali del settore, valutare l’opportunità di future partecipazioni come espositori; disporre di un sito web curato ed aggiornato, con descrizioni dettagliate dei prodotti offerti fornendo anche elementi generici sulla capacità di fornitura, offrendo, oltre alla versione in lingua inglese, anche quella in lingua spagnola.

A patto di saper adeguare la propria offerta e di saperne comunicare il giusto valore, le opportunità oltre i Pirenei non mancano quindi, e soprattutto in questo momento di forte incertezza, guardare ai partner “vicini” potrebbe rivelarsi la mossa vincente.

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